Non arriva la tanto attesa vittoria del Catania nella partita casalinga contro la squadra emiliana. Dobbiamo accontentarci di un pareggio che , per come si è sviluppata la partita, è un buon risultato.
Squadra spenta, come ha ammesso lo stesso mister Montella nell'intervista post-partita. L'assenza di Almiron si fa sentire più del previsto, si nota lo scollamento tra i reparti, anche perchè il Lodi di queste ultime settimane è solo un lontano parente del giocatore che abbiamo ammirato ad inizio campionato. Che siano le sirene provenienti dal calciomercato a minarne la serenità? Difficile dirlo, ma di certo il mese di Gennaio è un periodo dell'anno in cui sistematicamente anno dopo anno la squadra rossazzurra stenta a mantenere lo stesso rendimento della prima parte del campionato. Che sia solo un caso, una semplice coincidenza di eventi?
Una cosa è certa: la società etnea nel panorama calcistico italiano è una di quelle che maggiormente punta sulla valorizzazione e la conseguente cessione dei propri talenti per ricavarne preziose plusvalenze. Una politica dirigenziale sicuramente virtuosa, che ha consentito in questi ultimi anni di patrimonializzare i ricavi e investire sulla costruzione di una struttura straordinaria come quella di "Torre del Grifo".
Purtroppo il possibile e negativo risvolto della medaglia sta nella testa di alcuni (troppi?) giocatori. C'è chi reagisce cercando di dimostrare chissà cosa e finisce per strafare, altri iniziano a fantasticare su faraonici contratti e partecipazioni alle più prestigiose competizioni internazionali (Champions League). Il risultato è una squadra inaspettatamente formata da singoli in cerca di gloria personale, spirito di gruppo e sacrificio messo da parte, risultati che inevitabilmente iniziano a non arrivare.
Non sono queste semplici considerazioni personali, lo stesso ad Lo Monaco ha parlato di "finestra di mercato che sarebbe meglio non ci fosse", Montella ha affermato invece che "sarebbe meglio durasse solo quindici giorni". Insomma in casa Catania il mercato di riparazione porta più guai che benefici.
La soluzione? Credo che sarebbe importante iniziare col creare un senso di appartenenza alla maglia rossazzurra nei nostri giocatori. Basta dichiarazioni del tipo "siamo una piccola società...il vento non si può trattenere...Pincopallino andrà certamente a giocare in una squadra importante..."
Non perchè non siano cose in fondo anche condivisibili, ma piuttosto per inculcare nella testa di chi scende in campo che giocare a Catania equivale a giocare in una "grande", che nessuno è qui di passaggio, che la nostra maglia ha la stessa dignità (se non maggiore) di quella di qualsiasi altra blasonata compagine.
Partite come quelle di ieri possono capitare nel corso di una stagione, si possono anche vincere con un po' di fortuna, ma può anche capitare di restare a mani vuote (se quel tiro di Okaka fosse finito in rete...). Per questo tutto sommato il pareggio è un buon risultato.
Tuttavia una grande società si vede anche nel momento di analizzare i motivi più profondi causa del continuo ripetersi anno dopo anno di questo allarmante calo di rendimento, e sempre nello stesso periodo della stagione. Il Catania ha dimostrato ripetutamente di essere una grandissima società sotto molteplici punti di vista ed è per questo che noi tifosi ci aspettiamo un cambio di mentalità all'interno della stessa che possa darci la spinta per crescere ancora di più.
In fondo entusiasmo genera entusiasmo, senso di appartenenza genera senso di appartenenza, è un circolo virtuoso. Basta crederci. E noi Tifosi non smetteremo certamente di farlo adesso.
Ottima analisi. Bravo!!
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